Abbiamo messo lo smalto. Lo abbiamo steso con cura e ce lo siamo godute per diversi giorni... ed ecco che arriva il momento in cui, per voglia di cambiare o per le scheggiature, è il momento di toglierlo. Ma d'estate la voglia di sfoggiare colori "pazzi" è forte ed ecco quindi che in molti casi - o almeno per quel che mi riguarda - ci si può ritrovare tutte le sere nell'ardua scelta dello smalto "perfetto". Ma prima dell'applicazione di una nuova tinta c'è da portare a termine un procedimento: vale a dire quello di rimuovere il vecchio colore. E questo ci apre una quasi infinita possibilità di scelta nella caccia al levasmalto perfetto.
In commercio ne esistono di diverse tipologie: profumati, oleosi, non oleosi, con acetone, senza acetone, in dischetti.... insomma di tutti i tipi...
Personalmente non amo particolamente gli smalti oleosi. Il motivo? la sensazione di dover comunque rischiacquare le mani per la paura di lasciare residui di prodotto sulle unghie e quindi non consentire una stesura ottimale del nuovo smalto.
Nella classifica dei preferiti non raggiungono il podio, e nemmeno lo sfiorano vagamente, i dischetti. Li trovo scomodi per la rimozione quotidiana dello smalto in quanto poco spessi e altrettanto poco imbevuti di prodotto (il che inoltre fa evaporare il poco levasmalto che c'è in una manciata di giorni) e li utilizzo solo in casi di estrema necessità.
Trovo poi poco utili, per quel che mi riguarda, anche le penne levasmalto. Lo stesso identico compito è svolto più che egreggiamente dai cotton fioc imbevuti di solvente.
Insomma se devo scegliere al primo posto metto inevitabilmente il solvente non oleoso, che sia profumato o meno non conta molto (certo che se la profumazione è agrumata è meglio).
In questi giorni in commercio la KIKO ha creato Expert Nail Polish
Remover, una linea completa di solventi per unghie per una rimozione di tutti gli smalti.
Accanto al solvente
classico, delle salviettine da viaggio e della penna anti-sbavature
nascono 2 nuovi solventi specifici: Nail Polish Remover Gentle, con
speciale formula delicata, e Nail Polish Remover Gel, dalla
texture in gel anti-macchie.
Io ancora non li ho provati ma sono molto incuriosita dalle due "new entry" ed in particolare dal Remover gel...
E voi? con quale prodotto vi trovate meglio?
Trovato reggiseno del '400, assomiglia ai modelli di oggi
La
scoperta è che le donne, nel Medioevo, lo usavano già. E il reggiseno,
nel '400, era assolutamente simile a quello dei nostri giorni. Con tanto
di 'coppe'. La rivelazione sensazionale arriva da un castello del
Tirolo, dove sono stati ritrovati quattro reggiseni usati fra il 1440 e
il 1485.
I più antichi della storia della moda, che a questo punto "andrà riscritta", dice l'archeologa Beatrix Nutz, responsabile della ricerca sui tessuti. E i reggiseni medievali saltano fuori proprio mentre i marchi storici in Italia festeggiano i 100 anni del capo intimo. Il ritrovamento in realtà risale al 2008: quando un team archeologico dell'università di Innsbruck, durante i lavori di ristrutturazione del castello Lengberg - vicino Nikolsdorf, nel Tirolo dell'est - ha individuato una specie di piccola discarica medioevale in una cavità del palazzo.
E' venuto fuori di tutto: monete, carte da gioco, documenti, bicchieri, pezzi di ceramica e soprattutto ben 2.700 frammenti di stoffa. Oggi arriva però la conferma che quei reperti risalgano proprio al XV secolo. "Quando ho visto quel capo intimo ho capito subito che si trattava di qualcosa di molto speciale", ha detto Beatrix Nutz parlando della scoperta. L'archeologa spiega che i reperti più preziosi del castello, che nel '400 apparteneva all'arcivescovo di Salisburgo, sono quattro reggiseni ed un paio di mutande da uomo.
"Mi ha stupito subito soprattutto la forma della coppa", ha spiegato. Prima di questa rivelazione, infatti, la data di nascita del reggiseno è sempre stata datata nell'Ottocento. Per avere cetezza del periodo a cui risalivano i tessuti, sono stati mandati al politecnico federale di Zurigo, dove è stato confermato che questi capi intimi sono stati indossati tra il 1440 al 1485.
"I reggiseni di lino sono ancora in buono stato e si riconosce anche a uno sguardo, in modo evidente, la forma delle coppe", ha raccontati la Nutz. La storia della moda diceva finora che le donne prima dell'Ottocento indossassero solo una sottoveste di lino, mentre, nell'antichità, le donne greche avrebbero utilizzato delle fasce di stoffa. Le coppe, insomma, sono sempre state ritenute un'invenzione moderna.
"Ora si deve riscrivere la storia", sentenzia divertita la studiosa. Difficile dire chi indossasse questi reggiseni: perché in un castello come quello a Lengberg hanno vissuto tante donne. Gli archeologici suppongono però che i capi appartenessero a una nobile. Il reggiseno sembra avere un taglio moderno e potrebbe appartenere anche ad una collezione attuale: "Già mi sono arrivate mail dagli Stati Uniti, e dalla Germania, di persone interessate ad una copia dell'esemplare". Da non sottovalutare, però, è pure la scoperta delle mutande: a prima vista un modello femminile piuttosto "sexy", erano invece un capo maschile.
"Le donne a quell'epoca non indossavano mutande o pantaloni - chiarisce la Nutz - perché era un segno e un simbolo di potere". La ricerca ancora non è conclusa, ma per l'anno prossimo l'archeologa vuole pubblicare un libro su questa scoperta. Si pensa già anche a una mostra dei reperti. E per non danneggiare il tessuto, nel frattempo, la stoffa è stata depositata in un luogo "secco e buio" all'università di Innsbruck.
Il reggiseno ritrovato nel Tirolo - Foto Ansa |
I più antichi della storia della moda, che a questo punto "andrà riscritta", dice l'archeologa Beatrix Nutz, responsabile della ricerca sui tessuti. E i reggiseni medievali saltano fuori proprio mentre i marchi storici in Italia festeggiano i 100 anni del capo intimo. Il ritrovamento in realtà risale al 2008: quando un team archeologico dell'università di Innsbruck, durante i lavori di ristrutturazione del castello Lengberg - vicino Nikolsdorf, nel Tirolo dell'est - ha individuato una specie di piccola discarica medioevale in una cavità del palazzo.
E' venuto fuori di tutto: monete, carte da gioco, documenti, bicchieri, pezzi di ceramica e soprattutto ben 2.700 frammenti di stoffa. Oggi arriva però la conferma che quei reperti risalgano proprio al XV secolo. "Quando ho visto quel capo intimo ho capito subito che si trattava di qualcosa di molto speciale", ha detto Beatrix Nutz parlando della scoperta. L'archeologa spiega che i reperti più preziosi del castello, che nel '400 apparteneva all'arcivescovo di Salisburgo, sono quattro reggiseni ed un paio di mutande da uomo.
"Mi ha stupito subito soprattutto la forma della coppa", ha spiegato. Prima di questa rivelazione, infatti, la data di nascita del reggiseno è sempre stata datata nell'Ottocento. Per avere cetezza del periodo a cui risalivano i tessuti, sono stati mandati al politecnico federale di Zurigo, dove è stato confermato che questi capi intimi sono stati indossati tra il 1440 al 1485.
"I reggiseni di lino sono ancora in buono stato e si riconosce anche a uno sguardo, in modo evidente, la forma delle coppe", ha raccontati la Nutz. La storia della moda diceva finora che le donne prima dell'Ottocento indossassero solo una sottoveste di lino, mentre, nell'antichità, le donne greche avrebbero utilizzato delle fasce di stoffa. Le coppe, insomma, sono sempre state ritenute un'invenzione moderna.
"Ora si deve riscrivere la storia", sentenzia divertita la studiosa. Difficile dire chi indossasse questi reggiseni: perché in un castello come quello a Lengberg hanno vissuto tante donne. Gli archeologici suppongono però che i capi appartenessero a una nobile. Il reggiseno sembra avere un taglio moderno e potrebbe appartenere anche ad una collezione attuale: "Già mi sono arrivate mail dagli Stati Uniti, e dalla Germania, di persone interessate ad una copia dell'esemplare". Da non sottovalutare, però, è pure la scoperta delle mutande: a prima vista un modello femminile piuttosto "sexy", erano invece un capo maschile.
"Le donne a quell'epoca non indossavano mutande o pantaloni - chiarisce la Nutz - perché era un segno e un simbolo di potere". La ricerca ancora non è conclusa, ma per l'anno prossimo l'archeologa vuole pubblicare un libro su questa scoperta. Si pensa già anche a una mostra dei reperti. E per non danneggiare il tessuto, nel frattempo, la stoffa è stata depositata in un luogo "secco e buio" all'università di Innsbruck.
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